Il supermercato oggi mi propone un diversivo rispetto ai soliti vini italiani. Lo sconto del 50% è troppo allettante per non cedere alla tentazione di comprare un Bordeaux 2017 Barton & Guestier bordeaux, prezzo pieno 6.90€, me lo porto a casa per la metà.

Non so assolutamente niente di questa cantina e non conosco bene i vini della regione. Questo è denominato Bordeaux, ma non specifica da quale suddivisione della zona provenga. In etichetta si legge solo che dentro c’è Cabernet Sauvignon e Merlot.
Mi basta per sperare che sia buono.

Accolgo con un po’ di sospetto questo francese che si presenta dentro una bottiglia tanto pesante. Greta Thurnberg sarà felice di sapere che quando metterò nella differenziata questo contenitore il vetro ricavato sarà sufficiente reimbottigliare tutta la produzione di Cannonau della Sardegna per il prossimo anno.

Si accomoda sul tavolo, vicino al bicchiere da vino rosso importante. Non so perché ma solo il nome francese mette un po’ in soggezione. Voglio fare bella figura.

Porto in tavola dell’anatra arrosto con un sughetto di marinatura che vale da solo le 12 ore di attesa prima di poter infornare.

Sono quasi a metà dell’anatra quando mi ricordo del francese qui davanti a me che aspetta con ancora il suo tappo nel collo. Lo aiuto a liberarsi tra gli ossequi.

Mi stringe la mano, profuma di caffè e cioccolata. Sembra un bambino che ha fatto indigestione di pocket coffee. Il colore è intenso, come se quel bambino ora avesse un picco iperglicemico e fosse tutto rosso in volto. Questo francese è viola, scuro, molto scuro. Forse sta male. Forse sta invece molto bene.

Assaggio questo Bordeaux che promette così bene anche se l’eccesso di profumi è già sospetto.

È un vino molto dolce, manca un po’ del tannino e della sapidità per equilibrare il tutto. Un vino che qui da noi si definisce “vino caramella”, roba da americani e da cinesi. Non si può certo dire che sia fatto male o che abbia qualcosa che non va, solo che mi aspettavo un po’ più di equilibrio e non un vino evidentemente costruito per vendere in certi mercati.

Dal profumo e dal gusto si nota la costruzione in cantina, si percepisce la mano di un sapiente alchimista francese che dosa Merlot e Cabernet e misura con precisione il grado di zuccheri residui del mosto.

Piacevole ma dolce al limite dello stucchevole.

L’anatra ci sta bene, soprattutto perché la marinatura col succo di arancia e salsa di soia contrasta la dolcezza. Un abbinamento per contrasto rischioso ma che ha funzionato bene.

Da scheda ONAV 82/100.
Non è un vino eccezionale, non è da buttare via.

Visto il prezzo potrebbe essere una delle migliori scelte per le cene con gli amici in cui non ci sono grandi esperti. Se il gruppo è abbastanza eterogeneo, un Bordeaux di questo tipo è di certo il vino che fa contenti tutti e tutte.

barton guestier bordeaux 2017