Mi trovo in vacanza in Val d’Orcia, terra di grandi vini, grandi bistecche e fenomenali cinghiali. Non posso esimermi da bermi tutta Montepulciano con Montalcino annessa. Non posso certo farmi mancare un bel Brunello di Montalcino.

Non avendo tempo per andare in tutte le cantine che vorrei visitare, ripiego sul Conad di Montepulciano, è proprio nel centro del paese e c’è pure parcheggio a pochi passi. Lo stand dei prodotti tipici è l’ideale per darmi un carrellata di tutto quello che offre il luogo e magari risparmio pure qualcosa.

Acquisto con qualche remora un Brunello di Montalcino Piccini 2013 per la esorbitante cifra di 26.40€.
Sono tanti, questo non è di certo un vino per tutte le tasche come dovrebbero essere quelli recensiti in questo sito, ma devo assolutamente fare uno strappo alla regola in questa terra di grandi vini.

Annata 2013, quindi da non molto sul mercato (secondo il disciplinare della DOCG, il Brunello si può vendere solo a partire dal quinto anno dalla vendemmia).

Bellissimo colore, intenso, non ci sono accenni di invecchiamento. Visivamente potrebbe essere un vino capace di andare avanti ancora un bel po’ di anni.

Del profumo colpisce l’eleganza. C’è dentro tutto e tutto è equilibrato, non ci sono imperfezioni, punte di acido o di alcol che escono fuori. Ogni profumo è legato all’altro.
Andiamo sempre meglio.

In bocca è avvolgente, una punta di tannino dovuto all’età ancora relativamente giovane, un’intensità di sapore eccezionale e una persistenza infinita. Dopo trenta secondi ancora si sente il sapore come se il vino fosse ancora lì.

Un grandissimo vino e forse la cifra che ho pagato potrebbe essere stata superiore senza creare nessuno scandalo.

Da scheda ONAV 90/100. Siamo vicini ai vertici.

Perché una bottiglia di vino costa così tanto?

Il Brunello, come tutte le DOCG, ha un disciplinare (=insieme di regole) molto stretto. Sono regolamentate non solo la posizione della vigna, ma anche la resa per ettaro (più uva si produce in un ettaro e minore è la qualità), le tecniche di vinificazione e l’affinamento del vino.

Nel caso del Brunello la resa dell’uva deve essere inferiore a 80 quintali per ettaro con una resa del 68%. Significa che da ogni quintale si fanno 68 litri di vino. (ma avete idea di QUANTA uva ci voglia a fare 100kg?)

Il disciplinare impone anche un affinamento obbligatorio di almeno due anni in botte. Ci vuole una barriccaia, tanto spazio, tanta manutenzione e le botti di rovere costano un sacco e durano 2/3 passaggi, non di più. Aggiungiamo anche questo ai costi di produzione. DUE ANNI di immagazzinamento!

Non contenti, i produttori del Brunello si sono imposti anche un affinamento in bottiglia di almeno quattro mesi. Quindi altri quattro mesi, minimo, di immagazzinamento. Con costi per lo spazio, per il mantenimento delle temperature, con rischi di rotture e perdite: basta una partita di tappi guasti e si butta tutto, per cui anche i tappi devono essere ottimi tappi, non quelli si comprano su Amazon.

Non basta?

Il Brunello può uscire in commercio solamente dopo cinque anni dall’anno della vendemmia. Quindi, come minimo, quel vino deve rimanere cinque anni fermo. Inizio a produrre oggi e spero di guadagnare qualcosa tra cinque anni. Prima di allora ho solo costi.

Vale la pena spendere tanto per una bottiglia di Brunello?

Vale la pena solo se si è in grado di apprezzare quello che si sta bevendo. Non è solo un vino per mandare giù una bistecca. Nel bicchiere ci sono anni di lavoro e di investimenti. Tanta cura, anni di studio, perfezionamenti, esperimenti. E tanti rischi.

bottiglia di brunello di montalcino piccini 2013