Conosco poco i vini umbri e faticherò per sempre ad apprezzare tutto ciò che non sia un Montefalco Sagrantino.

Sarà che non appena entri in Umbria dalla Toscana ti trovi davanti una collina strana che non ti invita a proseguire oltre, sarà che l’Umbria non è terra di mare ma nemmeno di montagna, o forse è troppo di montagna in un posto che non c’entra niente con la montagna, tanto che dalla cima delle montagne dell’Umbria si può vedere il mare. Non lo so, ma l’Umbria non mi ha mai convinto con i suoi vini.

Ovviamente questo è un appello a tutte le cantine umbre che volessero farmi ricredere e volessero mandarmi i loro vini, ovviamente gratis.

Insomma, l’Umbria mi lascia perplesso ed è per questo che quando vedo un vino umbro al supermercato io lo compro subito. Il ragionamento non è molto lineare, ma tant’è.

Per 6€ compro una bottiglia di Cardeto Orvieto Classico DOC 2019, un vino che già con quell’etichetta bucolica e la capsula dorata vale il prezzo pagato.

Stasera ho una mia rivisitazione personale della pizza su cui o messo edamame saltato in padella con salsa laoganma (link alla salsa laoganma con cui tutto diventa buono). Abbinamento perfetto, così a prescindere, senza nessuna logica. Tanto il bianco con la pizza ci sta quasi sempre bene, sarà proprio stasera che vado a sbagliare?

Il colore è dorato, un po’ opaco, spento, ma pur sempre dorato. Colore interessante, che invoglia ad andare avanti anche se con circospezione. Un po’ come nei film quando un personaggio è fin troppo gentile col protagonista e tiene sempre nascosta una mano dietro la schiena.

Profumo che è l’equivalente di un paio di mani che escono dal bicchiere, ti prendono per le spalle, ti scuotono e ti mollano lì sul divano senza averci capito niente. Forte, sgarbato e maleducato. Questo Orvieto Classico si avvicina più alla versione “superiore” per complessità con sentori di miele, agrumi e minerale molto interessanti, ma resta vicino all’Orvieto “normale” per la mancanza di finezza.
Un povero che si mette una bella giacca da nobile e si presenta in un locale dell’alta aristocrazia borghese, magari ordinando “tre scotches”. Chissà che non ci sia anche qualche grande nome,

Diamo un assaggio a questo geometra Calboni dei vini bianchi.
La prima sensazione è calorica, arriva l’alcol, il dolce e proprio quando ci si sta per assopire di fronte all’ennesimo vino caramella arriva la sapidità minerale. Tutta d’un colpo arriva una sensazione salina non eccessiva ma che slegata in questo modo ha tutto un altro sapore. Il corpo è ben presente, peccato che non sia ben legato.

Vino intenso, pesante e su cui bisogna ragionare un po’. Non è un vino per tutti, non è una bevuta semplice e spensierata.

Per 6€ si trova al supermercato, ma anche online su Svinando, qui a questo link —> LINK