Mi serviva del Chianti per la cena di ieri sera, mi serviva un vino adatto alla carne rossa, succulenta. Mi serviva qualcosa che potesse sgrassare ben bene tutta quella roba sanguinolenta che avevo in programma di offrire ai miei ospiti. Non avevo molto da spendere, quindi mi getto nel primo supermercato che trovo aperto lungo la strada verso casa.

Il Chianti Rufina Fattoria di Doccia 2016 potrebbe essere adatto. È un Chianti DOCG, il prezzo è abbordabile, direi che vale la pena provarci.

Quando giro la bottiglia ormai è troppo tardi. È un vino “BIO” certificato. Rabbrividisco al pensiero che qui dentro ci possa essere finita uva mezza marcia, perché tanto molti dei vignaioli BIO hanno confuso “biologico” con “fatto a caso”. Spero solo che il signor Rufina sia uno di quelli che il BIO lo sa fare come si deve.

chianti biologico

aiuto… se il biologico è fatto male è un disastro

Il colore è intenso, soprende da tanto che è scuro. Promette bene e già ho dimenticato tutte le mie perplessità.

Profumo semplice, niente di complicato, forse un breve passaggio in legno. Niente di più. Soprattutto non ha odori strani tipici del biologico fatto male.

Il gusto è quello tipico di un Chianti, un vino diretto senza fronzoli. Probabilmente un po’ ammorbidito da un uvaggio selezionato. Questo non è Sangiovese in purezza. Ce ne faremo una ragione, mica siamo qui a chiedere la carta di identità agli acini d’uva, no?

Un ottimo vino. Prezzo pieno al supermercato (Esselunga) 7.90€, con lo sconto del 40% ne ho prese due bottiglie e ubriacato come si deve i miei commensali (che non si sono accorti di una marinatura non perfetta del cinghiale).

Da scheda ONAV 85/100. Benone, direi.