Premesso che il vino si può mettere in frigo, anche il rosso, è necessario trovare un modo per conservare il vino dopo che è stato aperto. A volte non è possibile finire un’intera bottiglia da soli e si opta per finirla il giorno dopo.
In alcuni casi involontariamente si fa un grande affare: ci sono alcuni vini che hanno bisogno di ore prima di esprimersi al massimo dei loro profumi e del loro gusto. È il caso di un Sagrantino di Montefalco, un Barolo o un Amarone. Questi vini, soprattutto se datati, hanno bisogno di tanto tempo per sgranchirsi le gambe e correre come sanno. Nel loro caso potrebbe essere una buona idea lasciare qualche sorso per il giorno dopo.
I vini più giovani, invece, il giorno dopo avranno già iniziato sviluppare odori strani e ad inacidirsi.
Ma come si può conservare il vino?
Il frigorifero è un buon alleato nelle notti estive, certo, ma il nemico più pericoloso è l’ossidazione, e quindi l’aria.
Dobbiamo trovare un modo per evitare che il vino stia a contatto con l’aria per troppo tempo. Come si fa?
Ci sono due metodi:
- Togliere l’aria
- Sostituire l’aria con qualcos’altro (cosa?)
Togliere l’aria dal vino
Per togliere l’aria dalla bottiglia ed evitare il contatto con il vino il metodo migliore è usare i tappi sottovuoto.
Sono dei tappi con una pompetta che tira fuori l’aria e crea il vuoto all’interno della bottiglia. Ho provato questi: LINK e sono rimasto abbastanza soddisfatto. Il vuoto viene mantenuto per una notte, non di più e poi il tappo inizia a perdere. Un tempo sufficiente affinché la mattina si dia un altro colpetto per arrivare fino a sera.
Ce ne sono di due tipi: con pompetta integrata oppure no. Non cambia molto. Costano poco e svolgono la loro funzione senza troppe pretese. Con le dovute accortezze il vino si conserva per un paio di giorni o poco più.
Sostituire l’aria con qualcos’altro
Abbiamo detto che il nemico principale del vino è l’ossidazione. Non è l’aria in sé, ma l’ossigeno.
Bisogna quindi trovare qualcosa, che non sia ossigeno, da mettere nella bottiglia.
Esclusi gas tossici o altri liquidi, la scelta ricade per forza di cose su un gas inerte, ovvero un gas che non si lega con altri elementi e che quindi non dà origine a nessuna reazione chimica, soprattutto l’ossidazione.
C’è qualcuno che ha pensato a noi e ha creato il Coravin.
Il Coravin ha un ago che si infila nel tappo di sughero e immette nella bottiglia una spruzzata di argon, gas inerte, non tossico, senza odore né sapore. L’argon evita il contatto del vino con l’ossigeno e lo conserva per settimane.
Ho visto questo meraviglioso oggetto per la prima volta in una cantina durante una degustazione. Mi hanno fatto assaggiare una bottiglia aperta la settimana prima ed era perfettamente identica a quella aperta da poche ore. Nessun cambiamento dopo 7 giorni.
È un oggetto professionale, con costi da professionista. Vale ogni centesimo anche perché il produttore del Coravin dichiara che la conservazione può andare oltre i due mesi. Naturalmente dipende anche dalla tenuta del tappo di sughero.
Quindi ci sono due metodi per conservare il vino che non riusciamo a finire subito.
Il primo costa poco, dai 10 ai 15 euro ed è ottimo per limitare i danni e conservare il vino per un paio di giorni, il secondo è economicamente più impegnativo, più professionale e con risultati molto migliori.
Il Coravin, cantine ed enoteche a parte, è indicato per appassionati che vogliono confrontare vini simili in differenti situazioni.
Potresti comprare una bottiglia alla settimana di Chardonnay, prima uno Chardonnay Alto Adige Sud Tirol DOCG, la settimana successiva uno Chardonnay Trentino Lagaria e alla terza settimana uno Chardonnay Tellus Falesco.
Alla quarta settimana, il confronto: tutte e tre le bottiglie saranno come appena aperte e facilmente confrontabili fra loro.
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