Quando arriva il momento di sperperare soldi a caso, lo scaffale del vino con l’antitaccheggio è il posto perfetto.

Per la mirabolante cifra di 19,90€ compro un La Querciola Barolo Gomba DOCG 2016 e mi presento alla cassa lisciandomi i baffi che non ho, come un vero intenditore di vino. Perché tutti gli intenditori di qualcosa si lisciano i baffi e quindi io non devo essere da meno. Anche se non ho baffi.

Il colore è proprio quello del buon Barolo. Brillante, leggermente scarico e ben definito, senza imperfezioni.

Il profumo tira fuori della frutta, è un profumo elegante, equilibrato, ancora un po’ giovane e per questo non ha ancora la complessità dei grandi Barolo. Ma è solo un 2016, ha tutto il tempo per evolversi in meglio.

Il sapore conferma le impressioni al naso. Gli manca ancora qualcosa per entrare nel novero dei “grandi”. Ora, ditemi voi in quale blog amatoriale si può leggere la parola “novero”.

Un ottimo Barolo, con ampi margini di miglioramento e un consiglio fondamentale: va aperto almeno due ore prima, altrimenti al primo assaggio non si sente proprio niente.