Ieri all’Esselunga trovo un Marzemino Lagaria 2017 in offerta. Prezzo pieno 5.79€, scontato 3.47€.

Non sono un amante del Marzemino, ma per questo prezzo posso e devo approfittarne per ricredermi. Che sia il vino perfetto per la cena economica che ho in programma questo fine settimana a casa mia?

Apro questa bottiglia piuttosto anonima, con un’etichetta senza fronzoli, niente montagne del Trentino, niente cascinali toscani o nomi provocanti.

Mi sembra di avere già visto questa etichetta, forse quando bevevo senza avere la minima cognizione di quel che io stessi facendo, oppure avevo solo la cognizione dell’obbiettivo finale del mio bere. Ma come ben sappiamo, il piacere è sia nell’attesa che nel momento stesso, non nel futuro. E quindi fremo nell’attesa di aprire questa bottiglia che non promette niente di buono.

Tappo di plastica. Niente di deplorevole, significa solo che non è un vino da invecchiamento: è un vino pronto così com’è, non ha bisogno di affinamenti in cantina o formule magiche.

Colore inteso, scuro, vira verso il viola. Stupisce. Il Trentino è zona di grandi profumi, più difficile che dia grandi colori e sapori.

Il profumo, infatti, è molto intenso. Avvolgente. Per chi vuole atteggiarsi un po’, basterà dire che dentro ci sente resina, pietra e note balsamiche. Oh, sul serio, non sono qui a prendervi in giro. Nel vino ci posso sentire fiori e frutta.
Vogliamo trovare proprio il pelo nell’uovo? È un profumo poco elegante, un po’ grossolano che punge nel naso come quando avete l’allergia. Senza moccio, ovviamente.

Il sapore è interessante. Niente di eccezionale che ti colpisca con un colpo di fulmine, non è l’amore della vostra vita che passa davanti a voi e vi fa alzare dal tavolo per andarla a impalmare. È più una signorina di bella presenza che passa davanti a voi, la osservate, annuite col sorriso e sperate che si giri e vi degni di una minima considerazione.
Se siete donne, ribaltate la cosa al femminile che tanto è uguale.

Vogliamo atteggiarci?
È un po’ slegato, arriva prima la durezza e poi la morbidezza dell’alcol e della glicerina. Il dolce, tanto per capirci.

Possiamo senza dubbio passare sopra questi piccoli difetti.

Da scheda ONAV 83/100.

Vino che costa poco, vino che colpisce per profumo e con un sapore ben deciso. Il retrogusto dolciastro lo farà piacere a tutti (gli umani hanno la memoria corta e non si ricorderanno dell’acidità di mezzo secondo prima).

Questo è un grandissimo vino per le cene da squattrinati.

Sono appena tornato dal supermercato e ne ho comprate altre tre bottiglie. Decisamente è il vino giusto per la cena di sabato sera.

Cosa ci mangiamo con questo vino?
Da tradizione trentina direi polenta con i funghi. Ma ci metterei del pomodoro nel sugo di funghi per avere un po’ di acidità in più. Un vino così io lo berrei volentieri anche con della pasta al ragù. Un vino così lo berrei volentieri sempre, a dire la verità.
Non azzarderei la carne rossa, perché rischierebbe di essere sommerso dal sapore della carne stessa. Magari delle braciole di maiale in una bella grigliata, quelle ci possono stare.

Consigliatissimo.

Bravo signor Lagaria, ancora una volta. Ci riberremo sicuramente.

Aggiornamento:
ci siamo ribevuti, annata 2019. Ecco la recensione —> LINK

Marzemino Lagaria 2017

Ehi, ho un’etichetta disegnata col Paint di Windows 95, ma sono buono!