Un Chianti Classico Riserva non me lo lascio scappare nemmeno se il prezzo sullo scaffale del supermercato non è molto invitante per le povere tasche. Per 10.49€ porto a casa il Melini Chianti Classico Riserva DOCG 2017, prezzo alto, ci sta per questo tipo di vino e per l’età. Non è facile trovare al supermercato vini con più di 2/3 anni.
Il colore è nero, scuro, impenetrabile. Non si vede il fondo del bicchiere. È un bene? Più o meno. Di solito è indice di grande ricchezza nell’estratto dell’uva, ma potrebbe anche semplicemente essere un abuso di uva molto colorata come il Merlot.
Il profumo è di quelli già sentiti e risentiti, sembra un po’ uno di quei Bolgheri tutti uguali in cui caffè, cacao e cuoio dominano su tutto il resto. L’affinamento in legno è ben presente e azzera ogni altro sentore. È già evidente come questo sia un vino costruito a tavolino, ruffiano e simile a molti altri.
Il sapore è morbido, il tannino delicato e uno che ci capisce di vino direbbe che è “vellutato”. Non è il nostro caso, per cui mi limito a dire che “non dà noia”. Si capisce lo stesso, no?
Buono, piacevole, peccato duri poco e tutto il sapore svanisca dopo pochi secondi lasciando tuttavia un buon retrogusto.
Un vino simile a tanti altri, senza grandi doti e con qualche difetto tipico di una produzione orientata al mercato. Vino che fa certamente grandi numeri perché, diciamo la verità, è una discreta bevuta, ma che non è certamente niente di memorabile.
Per questa cifra ci si potrebbe aspettare di più, anche se è uno di quei vini con cui fare bella figura in ogni situazione. Ma occhio al palato con un po’ di esperienza, perché potrebbe capire il trucco.
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