Dentro al mio discount di fiducia cerco un vino che possa stare bene con delle normali e poco interessanti braciole di maiale. Devo farmi una cena veloce, non ho tempo per elaborare qualcosa di più complesso.
Trovo una delle poche bottiglie con il bollino DOC.
Costa 1,99€.

È sicuramente l’occasione per mostrare che la sigla DOC o DOCG non significa assolutamente niente e non è neanche lontanamente legata alla qualità del vino.

Mi porto a casa una bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo 2018 Mazzanti.

Ho poca fiducia visto il prezzo, ma non si sa mai che un prezzaccio come questo non ci riservi qualche sorpresa.

Alla vista è scarico. Poco colore, poco di tutto. Molto limpido, quindi non c’è niente di artefatto e nessun difetto in cantina. È proprio lui che è fatto così, nato, progettato e realizzato proprio in questo modo.

L’odore quasi inesistente. Si avverte appena il profumo che dovrebbe avere un vino del genere. Anche qui, però, massima pulizia. Nessun odore strano, nessuna mancanza e nessuno squilibrio. Al naso è un vino equilibrato.

Lo assaggio ugualmente, anche se ormai ho capito dove stiamo andando a parare. Il gusto rispecchia fedelmente ciò che il profumo aveva anticipato. Poca struttura, poca persistenza, poco sapore.
Tutto sommato, anche qui, trovo un buon equilibrio e un’eccellente pulizia. Non c’è niente fuori posto, solo che quello che c’è è davvero poco.

Un vino che assomiglia molto ai vini in fiaschetto da servire al bar durante le partite a briscola. Gradazione bassa e va giù da solo senza che nemmeno te ne accorgi.

Lo vedo bene come terza bottiglia durante una grigliata tra squattrinati, un vino da 18enne in bolletta che vuole buttare giù dell’alcol per fare festa. Dico alla terza bottiglia perché le prime due le lasciamo al vino migliore, qualcosa che ci dia un po’ di sapore e che sia interessante.

Questo Montepulciano d’Abruzzo va camuffato sotto i fumi dell’alcol degli altri vini. Una volta mezzi sbronzi, fa certamente la sua parte.

Tutto sommato non è cattivo, è pienamente bevibile e vale esattamente il prezzo che costa. Vino da 1.99€ per un valore di 1.99€. Non si poteva chiedere di più, è stato uno scambio equo.

Finisce comunque direttamente nella galleria dei peggiori con un voto di 76/100.

Dispiace che faccia parte di questa categoria perché la pulizia dei profumi e dei sapori denota un buon lavoro fatto in cantina. Solo che è stato fatto su uva dedita alla produzione in quantità e a cui manca la concentrazione di nutrienti necessaria per esaltarne le caratteristiche.

Qui hanno fatto produrre alle piante più uva del normale e le sostanze nutritive che poi conferiscono sapore e odore sono presenti in ogni acino in quantità ridotte. La resa della pianta è stata spinta al massimo pur rispettando il disciplinare della DOC. O almeno questa è la sensazione.

Uva di ottima sanezza senza dubbio, ma di scarsa qualità.

Non si poteva fare di meglio e, a questo prezzo, il signor Mazzanti ha fatto un lavoro egregio.

Sono curioso di provare i loro vini più costosi, se lavorano così bene, lì sì che potrebbero esserci delle sorprese.