Approfitto delle giornate passate in isolamento per questo storia del virus per aprire le bottiglie più vecchie e importanti. Non sia mai che io muoia e non abbia assaggiato i migliori vini della mia cantina, non potrei sopportarlo.

Attanagliato dalla prospettiva di passare a peggior vita (pare che nell’aldilà non ci sia il vino), stappo con decisione una bottiglia di Niccolò V 2014 cantine Lunae che mi è stato regalato a Natale in una strenna di un cliente.

Il colore è sorprendente. Un bel rosso intenso, impenetrabile. Davvero un bellissimo colore.

Il profumo denota però qualcosa di strano. Ci sono degli aromi terziari fin troppo marcati. Legno, vaniglia e cacao sopra tutti gli altri. Mi ricorda alcuni vini che ho già assaggiato, sembra uno di quei vini costruiti per uno specifico mercato, magari americano o cinese. Gli americani e i cinesi sono popoli ancora poco acculturati in fatto di vino e che generalmente preferiscono avere qualcosa di stardadizzato così non si posssono sbagliare. Per loro il vino rosso ha gradazione alta, molto corpo e poca acidità. In Italia questi vini li chiamiamo “vini caramella” e sono delle porcate immonde costruite apposta per essere vendute in questi paesi.

Il gusto conferma l’impressione olfattiva. Siamo di fronte a un vino caramella. Piuttosto squallido se pensiamo al fatto che questa dovrebbe essere una DOC Colli di Luni e, in quanto tale, darci i sapori tipici del territorio. Questo vino è una pallida imitazione di tanti Bolgheri costruiti a tavolino, non ha niente di tipico, niente di interessante. Solo sapori e profumi terziari, che sono quelli che stimolano di più l’interesse del bevitore inesperto e invece danno uno schiaffio morale a chi vorrebbe assaggiare vini dal sapore tipico.

È un vino tecnicamente ben fatto. Da scheda ONAV non posso fare a meno di dargli un 85/100. In questo vino c’è tecnica, c’è lavorazione. C’è tanto laboratorio. Non c’è vino, non c’è il territorio. Un vino come questo lo potrei trovare in qualunque cantina d’Italia, non vedo perché dovrei andare a Luni e spendere 15 euro per un vino che posso trovare al supermercato a 7/8.

Bah, a mai più. A meno che non me lo regalino di nuovo, in tal caso, benvenuto Niccolò V.