Preso dallo sconforto per vicissitudini lavorative mi reco nella mia enoteca di fiducia per sfogare la mia frustrazione su qualche bottiglia importante. Mi cade l’occhio sul Gravner ma quando l’occhio vede il prezzo, l’occhio cade letteralmente insieme a tutto il resto del corpo. Il mio enotecaio (enotecaiolo?) ormai è il mio psicologo e mi conosce, sa come tirarmi su, mi poggia una mano sulla spalla, mi sorride. “Se vuoi un orange wine, c’è lo Skerk”.
Io con gli occhi lucidi annuisco in silenzio, lui va nel retrobottega e torna con la bottiglia di Ograde Skerk, Venezia Giulia IGT 2018, un mix di vitovska, malvasia, sauvignon e pinot grigio.
Per 28€ che diventano 25 grazie agli occhi lucidi, mi porto a casa questa bottiglia senza nemmeno stare ad ascoltare tutte le raccomandazioni dell’enotecaio. Un po’ come quando prendi in farmacia la Tachipirina e tanto sai già come usarla, mica stai a guardare il bugiardino tutte le volte.
Verso nel decanter un vino torbidissimo, che se non fosse un orange wine sarebbe da riportare indietro. Ma in etichetta c’è scritto che la torbidità è causata dai lieviti lasciati dentro la bottiglia. Me lo hanno detto prima, questo non è un difetto e lo accettiamo come scelta del produttore.
Il colore è arancione, non “aranciato”, è proprio arancione, quel colore dei giubbotti di salvataggio, tanto per capirci.
Torbido, e questo ce lo hanno detto sull’etichetta prima di comprarlo.
Il profumo ricorda molto quelli dei rosati, per freschezza, per complessità. Un profumo elegante senza andare troppo nel difficile. Un rosato di quelli potenti, però, mica quelli leggerini da scampagnata.
Il sapore è molto duro, sapido e il tannino è ben presente. Manca un po’ di morbidezza e per questo l’equilibrio ne risente. Il profumo lasciava intendere qualcosa di diverso, l’assaggio è una bella botta. Come il profumo, tutto molto pulito, netto come non ti aspetteresti da un vino così “strano”.
È impressionante la struttura di questo vino che sembra andare giù bello liscio e poi invece resta in bocca per minuti interi. Un sorso lascia in bocca un piacevole sapore per un tempo infinito, mai assaggiato un vino così lungo.
Vale 30 euro? Probabilmente no da un punto di vista del gusto, sicuramente sì se guardiamo la lavorazione che c’è dietro e soprattutto la selezione in vigna necessaria per produrre un vino come questo. Per fare un vino così pulito l’uva deve essere perfetta.
Vino non per tutti, solo per occasioni importanti. Magari la prossima volta anziché portare il solito Barolo o Brunello, portate uno Skerk, tanto con una struttura del genere ci si può mangiare davvero di tutto.
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