Nella mia spesa annuale di Orange wines, roba costosa che nascondo a tutti e che mi bevo solo dopo aver sprangato porte e finestre per evitare che qualcuno me ne chieda un sorso, finisce un vino consigliato dal mio spacciatore di fiducia.

Il Tatan, cantina Cerrolungo.

Mi viene venduto come “simile agli orange, un bianco non filtrato vinificato in rosso”. Lui sa che se mi avesse detto che era un vino naturale lo avrei tirato dalla finestra. Il vino e lo spacciatore in questione, insieme.
La definizione che mi viene data è abbastanza strana che vale il rischio dei 15 euro spesi per l’acquisto, tanto il mio spacciatore lo sa che se prova a fare il furbo io gli riporto indietro la bottiglia.

Seguo un po’ di cerimoniale prima dell’apertura, ovvero metto in frigo la bottiglia per qualche ora e la tiro fuori un’ora prima di berla.
Appena aperto arriva un forte odore di lievito che svanisce subito, assaggio appena, anche se non si dovrebbe ancora, e non ci sono fermentazioni in corso. Tutto bene, a volte può succedere. Lasciamo che il tempo faccia il suo corso prima dell’assaggio.

Dopo circa mezz’ora ritorno sul bicchiere.
Il profumo si è aperto, il lievito è ancora ben presente ma è solo una piacevole nota in mezzo ai profumi del Vermentino ligure. Frutta secca e agrumi si sposano bene l’un l’altro e nonostante i 13,5% gradi non arriva nessuna invadenza da parte dell’alcol.

Il colore che avrei dovuto notare per primo è dorato. Intensissimo, un colore che si avvicina davvero agli Orange wines ma senza essere arancione. Vino non filtrato e comunque limpido, certo bisogna fare un po’ di attenzione mentre lo si versa.

A questo punto non resta che assaggiare.

Un corpo importante, degno di alcuni rossi di un certo livello e un’acidità che supporta tutto in un ottimo equilibrio. Il pizzicorino finale del Vermentino è ciò che lo rende riconoscibile.

Lunghissimo, non finisce più. Non è elegante come i fratelli maggiori Gravner o Radikon, ma costando 3 volte di meno direi che lo si può perdonare.

La sensazione è quella di essere di fronte a un vino importante, ben fatto, che ha solo quel lievito troppo presente per essere considerato perfetto. Sembra pure di sentirci un passaggio in legno.

Siccome la cantina è da queste parti, chiamo e prenoto una visita. Quando mi dicono che è vino naturale e che di legno non ne ha visto nemmeno per sbaglio, stento a crederci. Mi mostrano la cantina e il metodo di lavoro.
Cantina interrata a temperatura costante, attrezzatura pulita in modo maniacale, velocità di consegna dell’uva in cantina.
Queste sono le condizioni per fare un vino buono, questo è un metodo di lavoro che dovrebbe essere lo standard per tutti, non certi capanni da cui esce vino marcio etichettato come “naturale”.

Premesso, come sempre, che il vino in natura non esiste, alla cantina Cerrolungo fanno il vino curando tutta la produzione senza intervenire in modo invasivo. C’è tanta tecnica e preparazione del luogo e quando l’uva è sana, la cantina a temperatura giusta, i tempi di raccolta e maturazione studiati a dovere, il vino non può che uscire bene o, almeno, il migliore possibile da quell’annata.
Questo è ciò che dovrebbe essere il “vino naturale”, perché semplicemente non può essere niente di diverso da questo.

La natura qui c’entra poco, si tratta di intervenire il meno possibile con la chimica e soprattutto, lavorando in questo modo, non si tirano i dadi sperando che venga fuori qualcosa di bevibile.
Come controprova mi faccio stappare 4 bottiglie: 2016,2017,2019,2020.

Già il fatto di avere un bianco di 7 anni fa mi colpisce e non poco. Colpisce il fatto che sia ancora fresco, da bere subito senza aspettare altro tempo, mentre il 2017 ha ancora qualche mese per evolversi pur essendo pronto da subito. Annate 19 e 20 devono ancora completare la loro evoluzione anche se promettono bene, non hanno difetti e devono solo arrotondarsi un po’ e trovare il loro equilibrio sfruttando la presenza delle fecce nella bottiglia.

Su quattro annate ne ho trovate 2 ottime, una buona che promette di diventare come le altre due e una rimandata all’anno prossimo ma senza preoccupazioni: arriverà bene al momento dell’apertura.