Arriva l’inverno ed è il momento giusto per scaldarsi per bene. Non c’è niente di meglio di un bel vino di quelli che ti stendono e che fanno tanto inverno sotto le coperte. Ci vuole un vino importante.

La scelta ricade su un amarone online, con l’amarone non si sbaglia mai. Non è uno dei miei vini preferiti ma è di sicuro uno dei vini più adatti a essere bevuti sul divano con una coperta tirata su fino al mento. Una specie di vin brulé senza il brulé.

Per la roboante cifra di 32€ compro su Amazon il Tommasi Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2016 (LINK QUI). Sono cifre importanti, così come è importante questo inizio di inverno con i suoi 12 gradi che già mi sembra di vivere in Antartide.

Amarone vuol dire vino fatto con uva lasciata appassire. Più o meno l’Amarone è un vino passito, solo che la fermentazione va avanti per più tempo e tutto lo zucchero che avrebbe reso il passito un vino dolce viene trasformato in alcol. Quindi l’Amarone è un vino passito NON dolce.

La fermentazione prolungata crea vini di grande struttura e molto alcolici. L’Amarone non è “amaro”, pare che sia nato da una botte di Recioto dimenticata per troppo tempo in cantina e che all’assaggio il cantiniere che si aspettava un Recioto abbia detto “porca vacca questo qui è amaro, anzi, amarone”.

Forse non ha proprio detto “porca vacca”, ma la leggenda più o meno dice così.

L’amarone Tommasi 2016 lo versi nel bicchiere e sembra di averci versato del petrolio. Nero, nerissimo, scuro, impenetrabile. Sembra una brutta cossa, ma non è così. Questo è il colore che deve avere un vino prodotto in questo modo, questo è il vero colore dell’amarone.

Il profumo è complesso, dentro c’è tanta di quella roba che verrebbe voglia di passare la sera a sniffare il bicchiere. Forse è per questo che l’Amarone è considerato anche un vino da meditazione, si sta ad annusarlo meditando se berlo o aspettare ancora un po’.

Amarena, caffè, tabacco. Profumi netti e intensi. Nonostante la loro forza mantengono una buona eleganza. Per un vino così ci vuole per forza un calice bello largo e tanta pazienza.

Smetto di sognare sui profumi di questo Amarone e finalmente assaggio.

Denso, pastoso. Un corpo infinito, elegante pur nella sua irruenza. Al gusto tornano i profumi percepiti prima e si resta a bocca aperta a guardare il soffitto estasiati.
In bocca resta il sapore di confettura, amarene, ciliegie.
Leggero retrogusto dolciastro, segno che alla cantina Tommasi hanno voluto strizzare un po’ l’occhio alla bevibilità sacrificando il principio per cui l’Amarone è un vino totalmente secco e non un passito dolce.

Gradazione che si ferma a 15%, sono tanti, è vero, ma con questo corpo non ci sarebbero stati problemi ad arrivare a 17%.

Grande vino, grande prezzo, ovviamente.
La domanda in questi casi è sempre la stessa: vale la pena spendere 30 euro per una bottiglia di vino?

Quando si compra un Amarone non si compra “un vino”, si comprano anni di lavoro, decenni di esperienza, si compra qualcosa di unico. Non è certo il vino da portare alla grigliata con gli amici, non è il vino del bicchierino in pausa pranzo.
L’Amarone e questo Amarone in particolare, è un vino che ha bisogno di tutto il suo cerimoniale, dell’occasione giusta, del momento giusto.

Va aperto almeno un’ora prima, magari messo in un decanter e certamente passato nell’areatore per il vino. Ha bisogno di respirare e riprendersi dopo tutti questi anni passati in bottiglia.

Ha bisogno di essere capito e allora darà grandi soddisfazioni.

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