Come ogni anno spendo la tredicesima in vino e tra i vari acquisti ci finisce pure il Villa Mondi Amarone della Valpolicella 2016 DOCG che con l’esorbitante cifra di 23.90€ è uno dei vini più costosi che si possano trovare al supermercato.

Appena mi riprendo dal trauma di una spesa del genere mi dedico alle cure che un vino così merita. Decanter, e aeratore per il vino sono pronti sulla tavola.

Un leggero sentore di riduzione non sembra aver pregiudicato il vino che scorre nel decanter in attesa della serata. Un amarone del 2016 io lo aprirei almeno 1 ora prima, ma in questo caso, visto l’odore non piacevole, forse un’ora in più dovrebbe bastare. Naturalmente qui la funzione del decanter non è per fare decantare, visto che un Amarone del 2016 non dovrebbe nemmeno lontanamente avere residui solidi. La funzione è quella di dargli un po’ d’aria e farlo riprendere dopo tutti i questi anni in bottiglia.

E poi fa scena. Ecco. La scena è tutto.

Il colore di questo Villa Mondi Amarone della Valpolicella 2016 DOCG è cupo, quasi nero, impenetrabile. Colore tipo olio motore usato. Solo che in questo caso non è un male, da un amarone giovane come questo mi aspetto un colore come questo. Il colore schiarisce di molto sull’unghia, forse non è un vino a cui far fare un’evoluzione in bottiglia.

Il profumo è carico, domina su tutto l’amarena, dolce, come se fosse appassita o in una marmellata.

Il gusto lo porta nella categoria degli “amaroni facili”.
Morbido, anche troppo. Con un retrogusto dolciastro da vino passito. Ok che l’amarone si fa con uva appassita, ma non esageriamo. Vino pronto da bere subito e che non mi azzarderei a fare invecchiare per non rischiare di trovarmi una bibita dolce in bottiglia. Il tannino appena accennato lo rende un vino piuttosto ruffiano che farà felici tutti per la facilità di bevuta e soprattutto per averlo visto servire dentro un decanter (l’avevo detto che la scena era tutto).

Tutto sommato un vino discreto perché piacerà a tutti, anche se niente di eccezionale e per cui non spenderò mai più una cifra del genere. Con poco di più si può avere un vero amarone, di quelli che ti stendono e che il dolciastro se lo sognano.