Anche oggi faccio razzia al supermercato di vini a basso costo o in offerta. L’occhio cade su questo Soave Classico 2018 Villa Rasina che si presenta con una bella etichetta elegante e un simpatico colore verde muco.
Ho gli ingredienti del cacciucco a casa, un bel bianco ci starebbe proprio bene.
Ecco. Ci starebbe. Se fosse un bel bianco.
E invece apro questo Soave Classico Villa Rasina 2018.
Il colore era già poco gradevole in bottiglia, il bicchiere mi conferma un verdolino spento. Inizio a preoccuparmi.
L’odore manca e quel poco che arriva è confuso.
Il gusto è assente. Giusto una leggera punta acida su un corpo inesistente. Come bere dell’acqua salata. Dopo pochi millesimi di secondo il poco sapore svanisce per lasciare il posto a una nuvoletta di alcol in bocca.
Prezzo pieno 4.59€, scontato 2.29€. Vale meno.
Da scheda ONAV 78/100. Oggi mi sento buono.
Vino buono per cucinare o per feticisti del farsi del male. Non c’è modo di fare bella figura portandolo a una cena. Se qualcuno portasse un vino così a casa mia, finirebbe sul terrazzo a sbucciare le patate. In inverno.
Bah.
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