Il premio mondiale per la viticoltura eroica. Finalmente è arrivato, finalmente avrò la classifica dei migliori vini provenienti dalla viticoltura eroica, una roba che nessuno si sognerebbe mai di fare e che invece trova dei pazzi che hanno voglia di rischiare i loro soldi e le loro vite in questo tipo di attività.

Finalmente saprò chi di loro è il migliore.

Forse.

Mi è capitato di seguire la premiazione “Mondial des Vins Extremes“, un concorso riservato alla cosiddetta “viticoltura eroica“, un premio dedicato a tutti i produttori, grandi e piccoli, che ogni giorno devono fare i conti con terreni impervi e condizioni geografiche e climatiche estreme per la coltivazione del vino.

Sono stato, fra le tante, nell’azienda Vigne Conti. In questa azienda si lavora in piccoli sentieri fra i filari, con a fianco uno strapiombo da vertigini. Fare una vendemmia così è roba da equilibristi e non c’è modo di meccanizzarla: qui si lavora con mani e braccia, non ci sono altre soluzione.
Ho visitato la tenuta Montepepe e c’erano parecchie persone nel gruppo di visitatori che si sono dovuti fermare a metà vigna perché la salita era troppo ripida.
Pierpaolo Della Tommasina l’ho conosciuto e ha sempre con l’affanno ormai cronico. Ho visto la sua vigna e ho capito perché è sempre senza fiato.

Nella stessa situazione ci sono moltissimi produttori, tanti italiani, sugli Appennini, sulle Alpi, sui vulcani. Gente che ha fatto della lotta contro la geografia la propria ragione di vita.
Pazzi rincoglioniti? No, solo gente che sa che da quel territorio si può ricavare qualcosa di buono, anche se il territorio stesso è come se ti dicesse “non mi rompere, non venire a mettere vigne qui perché questo è terreno da cinghiali”.

Quali sono i requisiti per la viticoltura eroica?

Semplici nella definizione, complicatissimi quando si devono affrontare quotidianamente per lavoro:

  • pendenza del terreno superiore a 30%;
  • altitudine superiore ai 500 metri s.l.m.;
  • sistemi viticoli su terrazze e gradoni;
  • viticoltura delle piccole isole.

Sono situazioni difficili in cui si sommano anche i pericoli di un ambiente di lavoro di questo tipo. Lavorare in montagna non è mai semplice in nessun settore e qui si deve anche fare i conti con il clima, umidità, vento e tutto quello che riguarda la natura. Se quest’anno non ti vuole dare uva, lo farà.

I vincitori del premio Mondial des Vins Extremes

Nella lista ci sono moltissime cantine della mia zona. Questa è una terra fra il mare e la montagna e nello spazio di 15km si passa dal livello del mare a quota 1800m. Le pendenze sono davvero “eroiche”. Scorro i nomi dei vincitori, ci sono tante cantine che non conosco e che scopro essere a pochi chilometri da casa mia. Poi, fra le “medaglie d’oro”, un nome che conosco bene. Uno dei produttori più grandi (per quantità) della DOC Colli di Luni.

Dal suo sito, questa è la foto della vigna da cui è uscito il vino premiato.

Un bel campetto da calcio…

Conosco la cantina, so dove ha le vigne, so che compra l’uva da piccoli produttori, ma le vigne di sua proprietà sono come quelle della foto. La pendenza del 30% dove ce l’ha? Al massimo ha un vialetto di accesso o un fosso da qualche parte con la pendenza giusta.

Altra foto di una sua vigna

Questa se non è in riva al mare, poco ci manca. Mi pare che di terrazze non ce ne siano.
Ah, forse le case sullo sfondo hanno una terrazza, ma sono sicuro che non contino per i requisiti del premio.

L’unico modo in cui questo produttore potrebbe avere la pendenza, il tipo di allevamento necessari per ottenere il premio ai Mondial des Vins Extremes e che i suoi fornitori abbiano i requisiti.

Cioè, fare l’eroico con la vigna degli altri.

Come ha fatto a ottenere la medagli d’oro al Mondial des Vins Extremes?

E chi lo sa? Solo i (poco) responsabili del concorso possono saperlo. Di certo un premio di questo tipo è una bella spinta commerciale e un aiuto a un’azienda come questa è un aiuto anche alla depressa economia locale. Non c’è altro da dire se non che dispiace per chi ha veramente tutti i requisiti per partecipare e per vincere e che invece è rimasto fuori per fare spazio a questa azienda qui.

Sarà sempre così. Pesce piccolo mangia pesce grande. E ci beve su un Vermentino.