La cantina Zonin mi è rimasta impressa sin da bambino perché avevo uno zio che si chiamava Nino e per anni ho pensato che Zonin fosse un nome frutto di una trovata commerciale di mio zio Nino.
Avevo 6 anni e guardavo quell’uomo con grande rispetto perché ero convinto che fosse lui il produttore di quel rosso frizzantino e dolce che mi piaceva tanto.
Sì, bevevo vino a 6 anni e lo chiedevo pure al ristorante.

Per la cifra di 5.49€ il supermercato Carrefour mi propone una bottiglia di Zonin Pinot Grigio 2019 e contemporaneamente mi riporta alle sbronze di 30 anni fa (avevo 6 anni o poco più, bastava poco per sbronzarmi).

Lo Zonin Pinot Grigio 2019 si presenta con un colore pallido, poco invitante nonostante la pulizia e brillantezza. Sicuramente è un vino con pochissima macerazione sulle bucce, un vino da bere subito e senza grandi pretese.

Il profumo, però, presenta tutt’altro: un profumo avvolgente di frutta matura e con note balsamiche. Qui non stiamo per bere un vinello da pochi spiccioli, questo sembra essere un vino con intenzioni serie. Equilibrato, elegante, fine. C’è tutto.
Pesca e albicocca dominano su tutto il resto, a seguire la nota balsamica che dona eleganza. Non me l’aspettavo davvero.

Assaggio avidamente questo Pinot Grigio e resto colpito dalla pulizia anche nel gusto. Molto fruttato, caldo, manca la freschezza di un bianco, quella acidità che dà brio al vino bianco. Ma è un vino piacevole, avvolgente, con una sua eleganza che davvero non credevo di trovare in un pinot grigio al supermercato.

Lo Zonin Pinot Grigio mi ha portato fuori strada col suo colore spento e poi mi ha preso a schiaffi urlando “non giudicare dalle apparenze”. Pinot Grigio Zonin 2019 come una lezione di vita.

Un bel 84/100 da scheda ONAV, un ottimo vino per gli amici e un ottimo prezzo per le vostre tasche.

Una bella sorpresa, soprattutto perché conferma che già da bambino di vino ne capivo qualcosa.

Grazie signor Zonin.