Il rosso con la carne, carne rossa, carne bianca, grigliata, salsiccia… il rosso va sempre con la carne? Solo con quella? E un vegetariano? Un vegano? Un fruttariano? Uno vi-do-fastidio-a-tavolano?

Lungi da me criticare le scelte alimentari ed etiche di chicchessia o di discutere su come salvare il pangolino dal finire dentro la zuppa di un qualche riccastro asiatico con disfunzioni in tutto il corpo, a me interessa solo una cosa: se non posso/voglio mangiare carne, il vino rosso come lo abbino?

Ed è qui che arriva in soccorso la nostra amata logica. Essa ci salverà dall’impiccio e ci aiuterà a trovare il giusto abbinamento del vino rosso con qualunque altra cosa che non sia carne.

Al contrario di quanto siamo portati a pensare, la cucina vegetariana è molto più varia rispetto a quella tradizionale perché pur di soddisfare le esigenze di piacevolezza del cibo, il vegetariano/vegano si deve inventare qualcosa con una gamma di ingredienti molto inferiore.

Ad esempio, non ha il burro e le uova. Sembra poco, ma sono ingredienti che fanno la differenza.

Ovviamente non ha nemmeno salsicce, bistecche, costolette e tutto quello che è succulento e che ben si abbina al vino rosso.
Ma allora quando se lo beve un bel rosso di struttura?

La struttura del vino

Il vino ha una struttura. Come una casa, sì.

Il vino è fatto da tante parti, tanti mattoni e deve tutto stare in perfetto equilibrio, altrimenti la casa viene giù e il vino va giù nel lavandino.

Il vino rosso generalmente ha una struttura più “grande” dei bianchi, ha più tannino e per questo è adatto alla carne. Il tannino è una sorta di detergente che ripulisce la bocca dal grasso. Qualcosa del genere, insomma.

Cosa c’è nella cucina veg (scrivo veg altrimenti non si capisce mai se parlo di vegetariani o vegani) di molto grasso e che ha bisogno di essere ripulito?

Margarina e olio d’oliva.

E quindi la base per abbinare del vino rosso alla cucina veg è proprio fatta da questi due ingredienti. Ma serve ancora qualcosa, non basta mordere un panetto di margarina per berci su un barolo, ci vuole anche una certa sostanza.

E chi meglio di fagioli e lenticchie possono dare quella sostanza al piatto?
Magari con del pomodoro, una nota acidula a dare sapore.

Vino e vegetariani si può!

Basta mettere nel piatto un po’ di unto che dia un buon lavoro al tannino e il gioco è quasi fatto.

Sì, “quasi” perché il vino è frutto di secoli di lavoro e selezione delle migliori uve per un determinato territorio e va di pari passo con le tradizioni culinarie del luogo.

Il Vermentino ligure si abbina al pesto e non ci sono vini che si abbinino meglio a quel piatto proprio perché quel tipo di uva risente del territorio, così come il basilico che cresce lì vicino.

Il Chianti è il vino da bistecca. C’è poco da fare, nel Chianti per tradizione si allevano mucche da carne e la tradizione del vino si è sviluppata di pari passo per arrivare al connubio migliore.

In ogni caso, l’evoluzione va avanti, chissà che non si scopra un’uva e un territorio perfettamente adatti all’hummus di ceci come il Barolo con il brasato.

Ricettari vegetariani/vegani? Eccoli qui.